Da Libertà del 2 novembre 2011
Durante l’incontro analizzate le possibilità di collaborazione e simulata la costruzione di un palazzo
CARPANETO - Un convegno tecnico per provare quanto due figure professionali come geologi e ingegneri debbano necessariamente collaborare per arrivare a definire la progettazione di una struttura. In tanti nei giorni scorsi hanno partecipato, in sala Bot a Carpaneto, al momento di formazione introdotto dall’ingegner Paolo Mauri, vice-presidente dell’Associazione Ingegneri della Provincia di Piacenza e dal geologo Emanuele Emani, consigliere dell’ordine dei geologi dell’Emilia Romagna.
La lezione è stata creata illustrando due casi pratici analizzati da entrambe le figure professionali: una palazzina sviluppata su tre piani progettando o un telaio con un nucleo vano scala all’interno o un telaio senza vano scala. Il tutto, sottoposto a simulazioni del comportamento del fabbricato sia che abbia fondazioni a plinti, sia che abbia fondazioni a trave rovescia sottoposto a sollecitazioni.
Una prova reale di quanto geologi e ingegneri devono collaborare: i primi per verificare la trasmissione delle vibrazioni a terra di una struttura sottoposta a sollecitazioni, i secondi per definire gli opportuni calcoli con cui costruire strutture con caratteristiche antisismiche.
L’obiettivo dell’incontro è stato proprio quello di affrontare problematiche relative alla realizzazione di nuove opere sia dal punto di vista geologico che ingegneristico, considerando la normativa del gennaio 2008 entrata in vigore nel 2009.
«Costruire un’opera comporta necessariamente interessarsi anche al terreno su cui si edifica ha spiegato il geologo Giorgio Neri, direttore tecnico Ambiter Srl pertanto non si può prescindere dalla collaborazione con i geologi. Per avere informazioni dettagliate sulle caratteristiche morfologiche di un terreno, inclusi gli aspetti sismici, risulta fondamentale la figura del geologo».
«La progettazione geotecnica strutturale è indispensabile ha ribadito l’ingegnere Paolo Mauri e l’attuale normativa fa sì che ci sia un intenso scambio di informazioni tra le due figure professionali». «Una collaborazione che potrà dare le risposte migliori al committente ha sottolineato il geologo Emanuele Emani sia in termini di sicurezza che economici».
Quali sono dunque i compiti fondamentali dei due professionisti al momento della realizzazione di una struttura? «L’ingegnere deve definire il progetto di massima e il predimensionamento della struttura ha illustrato il presidente dell’associazione Ingegneri della Provincia di Piacenza, Paolo Milani mentre al geologo spetta il compito di valutare il tipo di intervento, il piano di posa e le condizioni geologiche».
Un convegno che ha definito una collaborazione “obbligatoria” per legge che permette agli ingegneri di adottare le modalità di costruzione adatte in relazione al tipo di terreno su cui sono chiamati ad edificare, previa analisi da parte dei geologi, considerando che nel piacentino, come spiegato dal geologo Emani, le zone sismiche sono due: a bassa sismicità in pianura e in città (ad esclusione dell’area sul confine con Parma) e a media-bassa sismicità nella zona pedo-collinare e collinare (come hanno dimostrato le undici scosse sismiche di giovedì scorso in alta Valtrebbia).
A chiudere il convegno, sono intervenuti l’ingegnere Alessandro Abbati, consigliere dell’associazione Ingegneri della Provincia di Piacenza e il geologo Massimo Mannini, coordinatore provinciale della Consulta Geologi di Piacenza.
v.p.