E' LO STRUMENTO CHE SOSTITUISCE IL PRG
Nella città del futuro 4 aree: servizi, sapere, attività produttive e tutela ambientale II Psc, questo sconosciuto: il nuovo strumento di pianificazione urbanistica del Comune di Parma, che sostituisce il «vecchio » Prg, è stato approvato nel le settimane scorse dal consiglio comunale, ma in realtà, a parte gli addetti ai lavori, le novità (molte) che contiene, sono ancora ignote alla maggior parte dei cittadini.
Novità davvero importanti, a partire dalla differenza di approccio rispetto al Prg, per proseguire con l'individua zione di grandi aree «tematiche» per lo sviluppo della città, fino all'individuazione di nuove aree verdi ai quattro punti cardinali della città e per finire con l'introduzione dell'innovazione assoluta che sarà rappresentata dalla cosiddetta perequazione.
Ma andiamo con ordine per cercare di capire come potrà cambiare Parma grazie al primo Piano strutturale comunale (questo il significato dell'astrusa sigla che lo individua) nel corso dei prossimi anni.
Differenze fra Prg e Psc
Il Prg, strumento urbanistico nato nel 1942, quindi durante la seconda guerra mondiale, era destinato soprattutto a delinea re le superfici, dividendole in edificabili e non edificabili e forniva una normativa generale sull'urbanistica comunale.
Il difetto principale che si era ormai evidenziato era la macchinosità dei suoi meccanismi (l'ultimo Prg ha avuto bisogno di 10 anni, dal 1992 al 2002, per arrivare alla fase attuativa) e la mancanza di una visione generalizzata dello sviluppo del territorio, in grado di andare oltre la destinazione delle singole superfici. Il Psc, invece, è uno strumento di più am pio respiro, che individua le linee urbanistiche generali, ma non scende nello specifico dei regolamenti attuativi (affidati invece al Poc, piano operativo comunale, per gli interventi urbanistici più importanti, e al Rue, regolamento urbanistico edilizio, per gli interventi diretti).
In sintesi, il Prg era una «legge » generale sulla regolamentazione del territorio. Il Psc, al contrario, può essere paragonato a una sorta di «costituzione urbanistica » che lascia alle scelte del le amministrazioni che si susseguono nel tempo l'individuazione delle priorità. I quattro «temi forti» del Psc.
E' l'assessore all'Urbanistica Daniele Galvani a spiegare le caratteristiche principali del Psc del comune di Parma: «E' uno strumento che progetta e disegna la città del futuro e quindi è un'eredità importante che la sciamo alle future amministrazioni ». Quattro i «temi forti» che, spiega Galvani, contraddistinguono questo Psc: «In primo luogo ci sono le aree di sviluppo per i servizi, come aeroporto, fie a e logistica, individuate a Nord della città. Quindi ci sono le aree per la ricerca e l'istruzione, in dividuate nella zona Sud, nella fattispecie nelle vicinanze del Campus universitario, destinata a diventare sempre più la 'zona del sapere'. Poi c'è l'individua zione di tutte le future aree produttive, collocate nella zona dello Spip. E infine, come vera novità, c'è una forte caratterizzazione ambientale, garantita dal meccanismo della perequazione (vedi articolo a fianco ndr) e dal l'istituzione del parco urbano per un'idea di sviluppo della città che, oltre alle realizzazioni edilizie, comporti anche nuove e importanti aree verdi e di rispe to ambientale»
Infrastrutture e «Kyoto Forest»
All'interno del Psc, predisposto nel corso di due anni di lavoro dall'architetto Fabio Ceci e dallo studio Ambiter di Giorgio Neri, sono poi previste tutte le possibili, nuove grandi infrastrutture del futuro: fra le altre via Emilia bis, Cispadana, Pedemontana, nuovo tracciato della ferrovia Parma-La Spezia e circonvallazioni del Botteghino e di Corcagnano.
Accanto a queste previsioni c'è poi quella di quattro grandi aree «Kyoto Forest» di parchi urbani attrezzati: una a Ovest fra il PalaRaschi e la tangenziale, un'altra a Sud tra il torrente Baganza e il campus universitario, una terza a Est fra la tangenziale e i quartieri più esterni e infine una quarta a Nord nella zona di Ugozzolo fra il depuratore e il futuro complesso commerciale dell'Ikea.
«Il Psc prevede la creazione - prosegue Galvani - di parchi 'vissuti' dalla città in cui trovarsi in piena si curezza per il tempo libero». Un Psc, dunque, che nelle intenzioni sarà di 'matrice verde' «visto che alla fine la dotazione di verde per ogni bitante di Parma sarà di circa 50 metri quadrati, a fronte dei 18 richiesti dall'attuale legislazione ».
La «città compatta» e i tempi
Per iniziare ad attuare le linee del Psc si dovranno attendere i primi mesi del 2008, quando si dovrebbe arrivare alla stesura del nuovo Poc, «figlio» del Psc che è il Piano operativo che ha la stessa durata (5 anni) di una legislatura e indica le priorità fra quelle individuate nel «papà». Ma l'idea che sta alla base del Psc è quella di avere per il futuro una «città compatta», in quanto vengono previste poche nuove costruzioni in luogo di attuale terreno agricolo. Dunque, uno strumento di sviluppo ma che, conclude Galvani «vuole coniugare lo sviluppo del futuro con una maggiore vivibilità della città, grazie ad esempio alla previsione di delocalizzazione delle principali attività produttive ancora presenti in ambito urbano e alla mitigazione dell'impatto delle nuove infrastrutture».
Insomma, il futuro urbanistico di Par ma è dietro l'angolo. E il Psc sarà il «motorino di accensione» in grado di dare la spinta necessaria per il suo avviamento. La città del futuro Sopra, l'assessore Galvani e una veduta aerea della città. In alto, il grafico con le nuove aree.