Cede l’argine di un lago: paura a Costa di Tizzano

 
Dalla Gazzetta di Parma del 01-06-2013

TIZZANO

La fragile terra. tizzanese sembra. non trovare pace. L’emergenza frane, che da ormai due mesi ruba il sonno dei tizzanesi, questa volta ha colpito in località Costa, a poche centinaia di metri dal capoluogo. Più che di una vera e propria frana, questa volta bisogna però parlare di uno smottamento che, seppur contenuto, nel prime pomerigglo di ieri ha fatto scattare l'allarme. La terra, infatti, ha ceduto in corrispondenza dell'argine di un laghetto artificiale, aprendo una falla dalla quale ha iniziato subito a fuoriuscire dell’acqua.

Il rischio, quello vero, era però che l’argine cedesse di colpo, riversando a valle cima 50 mila metri cubi d’acqua. Un’enorme quantità d’acqua, quindi, che si temeva potesse raggiungere l'abitato di Reno, che si trova ad un paio di chilometri a valle in linea d’aria. Un rischio che però sembra essere ormai scongiurato grazie anche all'intervento dei Vigili del Fuoco di Langhirano. Gli uomini del 115 infatti hanno messo subito in moto un’idrovora per tentare di abbassare di circa 3 metri il livello del Iago, facendo così in modo che l'acqua non filtrasse più dalla falla e che non spingesse sull’argine indebolito.

Ad accorgersi della falla, e ad allertare immediatamente le autorità, sono stati i proprietari del laghetto, Roberto e Silvana Barili.

«Siamo venuti su questa mattina peri tagliare l’erba – spiegano – e ci siamo subito accorti che qualcosa non andava». Appena hanno visto la falla nell’argine, i Barili hanno consultato un geologo che, dopo un breve sopralluogo, ha consigliato loro di allertare le autorità.

In pochi minuti a Costa è quindi arrivato il sindaco Amilcare Bodria, che a ssua volta ha allertato i Carabinieri della stazione di Tizzano, i Vigili del Fuoco di Parma, i tecnici del Comune e della Protezione Civile.

«Non é facile valutare il livello di rischio in un caso come questo—ha spiegato il geologo Giorgio Neri, dell’Università di Parma, dopo un primo sopralluogo -, si pensa però che alleggerendo l'argine il rischio concreto di un cedimento improvviso sia scongiurato». Dello stesso parere anche il geologo Piergiuseppe Froldi, che parla di un «piccolo smottamento che ha fessurato l’argine» ma. anche di un rischio di cedimento che «una volta drenata l’acqua dovrebbe essere azzerato».

Mantiene comunque alta l'attenzione Bodria, che sottolinea l'importanza di «tenere comunque sotto controllo questo invaso, soprattutto in caso di forti piogge. Il lago, infatti, é alimentato da tante piccole sorgenti, ed il rischio é che torni a raggiungere il livello di guardia». Pericolo scampato, quindi, ma ancora massima allerta.